Con oggi si chiude il periodo di Carnevale per entrare in quello della Quaresima. Prima però di dichiarare finito questo periodo abbiamo ancora una tradizione, più o meno sentita in diverse parti d’Italia, quella della pentolaccia.
Attualmente è molto nota quella fatta per i bambini e piena di dolci e caramelle ma le origini sono più antiche; risale infatti al Medioevo in cui veniva celebrata il giovedì di mezza Quaresima. Molti associano questa tradizione alla cultura messicana anche se in realtà arriva dalla Cina (dove era usata durante il Capodanno cinese e conteneva sementi, augurio di un buon raccolto) grazie a Marco Polo e si diffuse in tutte le regioni italiane superando i confini nazionali fino ad arrivare in Spagna dove la prima domenica di Quaresima viene detta domingo de piñata.
Questo rito ha diverse spiegazioni. C’è chi lo vuole come buon augurio per l’anno nuovo vista la vicinanza con l’equinozio di primavera e chi lo vede come un invito ad astenersi dai peccati di gola durante il successivo periodo.
In Puglia si svolgeva a cavallo tra il Carnevale e la Quaresima: era uso riunirsi in campagna e rompere un vaso di creta che era stato riempito di frutta secca, noci, lupini, e altri prodotti della terra a cui più avanti si aggiunsero anche cioccolato e caramelle. Gli adulti, bendati, dovevano rompere il recipiente; al termine si consumava una focaccia ripiena di verdura, cipolla e pesce, i taralli e accompagnare il tutto con un bicchiere di buon vino.
Anche all’Rsa di locorotondo abbiamo voluto, come da tradizione, rompere la pentolaccia ovvero pignata realizzata dai nostri pazienti in cartapesta.