“Lo sviluppo della vita mentale è proporzionale allo “SCARTO” esistente tra i bisogni e i mezzi per soddisfarli”
– Edouard Claparéde-
Tra le attività ricreative, educative e di socializzazione organizzate nei mesi autunnali per gli ospiti della residenza di Sannicandro di Bari, è stata dedicata una giornata allo svolgimento di un laboratorio artistico e creativo, che prevedeva la composizione libera di “opere” a partire da materiali in disuso, di scarto, presenti nel contesto o appartenenti alla storia personale dei partecipanti e di pittura. L’idea della partecipazione condivisa ed estesa agli amici e colleghi dell’RSA di Modugno, è nata dalla necessità di restituire ai pazienti un po’ della vitalità e dei “colori” smorzati dalle limitazioni imposte e dai vissuti generati dall’evento pandemico che ci ha investito.
La scelta dell’autore del laboratorio e dei temi trattati richiamava la condizione umana, nelle sue difficoltà psichiche e/o fisiche. Il nostro gentile Ospite, l’artista ostunese Franco Farina ci ha regalato una giornata caratterizzata da commistioni di idee, creatività, colori, collaborazione e cooperazione. Il tutto in linea con i principi ispiratori dell’Artista, personalmente impegnato nella ricerca sul concetto di “scarto”. Il lavoro insieme al signor Farina tendeva a conferire un nuovo valore artistico alla materia, ad oggetti ed idee, che del valore sono stati privati quando hanno raggiunto lo status di rifiuti da smaltire. Dai residui della nostra civiltà dei consumi deriva non solo l’ispirazione, ma la materia prima e il senso dell’opera di riciclo: lo spirito creativo di cui siamo dotati, può ridare nuova vita e nuovo valore ad “oggetti” che erano stati condannati.
“Scarto” diventa purtroppo, allo stesso modo, riferibile all’essere umano, quando è “difettoso”, malato, inefficiente o improduttivo. Come gli oggetti che riprendono vita perché guardati con un’altra prospettiva e altre finalità, ognuno di noi e ognuna delle persone con difficoltà di varia natura, merita nuove possibilità di funzionamento, nuove prospettive verso cui guardare ed essere guardati. Dallo scarto, dal buio, dalla fine, nuove opportunità, luce e vitalità.
Pazienti e collaboratori hanno partecipato attivamente alla trasformazione di due cartoni di rifiuto in due “quadri” che contribuiscono all’illuminazione della nostra struttura, attraverso l’apporto donato dalla vita e dell’esperienza di ognuno dei partecipanti.